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Nasce Labskill: laboratorio di ricerca-azione, per prevedere i cambiamenti del mercato del lavoro insubrico al 2045
Il programma ha tre obiettivi: monitorare i mismatch nel mercato del lavoro; definire scenari per Insubria 2045; creare un network ad hoc di responsabili HR
Castellanza (Varese), 12 settembre – “È un Laboratorio di ricerca-azione per lo studio dell’evoluzione delle competenze richieste dalle filiere produttive. Un progetto che si propone di analizzare il cambiamento in atto nel mercato del lavoro per proporre un’offerta formativa che, con adeguati modelli di apprendimento, sia in grado di sostenere lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese”. Con queste parole, Eliana Minelli, Professore Associato LIUC - Università Cattaneo, ha presentato il progetto LabSkill, del quale è coordinatore e responsabile.
Il Laboratorio nasce dalla valorizzazione delle esperienze maturate a partire dal 2019 nell’ambito del Progetto SkillMatch-Insubria – coordinato da LIUC -Università Cattaneo e l’Università dell’Insubria di Varese, per il lato italiano e SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana) per il versante svizzero - finanziato all’interno del Programma Interreg Italia-Svizzera e focalizzato sul riallineamento tra domanda e offerta di lavoro nell’area insubrica per rispondere ai bisogni attuali e futuri delle imprese nei nuovi contesti produttivi.
“Il programma, spiega Furio Bednarz senior advisor presso la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera italiana, si pone tre obiettivi: realizzare un sistema di rilevazione periodica (Skill Survey) dei fabbisogni prospettici di competenze e dei mismatch che si riscontrano nel mercato del lavoro; creare un Atelier del Futuro, che sviluppi una visione di medio termine e condivisa del futuro del lavoro e della formazione nell’area insubrica, formare un network di direttori del personale, manager e imprenditori per monitorare e analizzare l’evoluzione della domanda di competenze e per identificare gli interventi più idonei a sostenere le imprese nella costruzione di un proprio patrimonio di conoscenze”.
In questa prima fase sono stati definiti quattro scenari per l’Insubria 2045, utilizzando specifiche tecniche di anticipazione. Essi sono delineati in base alla combinazione di diversi elementi, quali le caratteristiche dei mercati e l’evoluzione del contesto geopolitico, tenendo conto nel contempo dei macro-trend che caratterizzano società ed economia: declino demografico, digitalizzazione e intelligenza artificiale, crisi climatica e ambientale. Grazie a questo lavoro, si potranno identificare le sfide presenti nei quattro scenari in relazione alle dimensioni Lavoro e Formazione e predisporre le azioni e gli strumenti opportuni di incentivazione e di contrasto.
Il progetto Skillmatch Insubria protagonista alla Normale di Pisa: un format replicabile in tutta Italia
IL PROGETTO SKILLMATCH INSUBRIA PROTAGONISTA ALLA NORMALE DI PISA: UN FORMAT REPLICABILE IN TUTTA ITALIA
Eliana Minelli (Liuc) e Gioacchino Garofoli (Uninsubria) hanno portato il contributo emerso dai risultati del Progetto
ai Colloqui Internazionali di Toscana “The Truth about Economy”
Milano, 1 dicembre 2022 – “Sono stati tre giorni intensi e appaganti, durante i quali i risultati del nostro Progetto, che ha analizzato gli squilibri tra le competenze richieste dalle aziende e quelle offerte dai lavoratori, sono stati portati come contributo nei tavoli di lavoro di questa iniziativa, uscendo di fatto dai confini territoriali oggetto della ricerca originale”. Eliana Minelli, docente LIUC - Carlo Cattaneo e responsabile del Progetto Skillmatch Insubria, ha così commentato la partecipazione al workshop Colloqui Internazionali di Toscana, dal titolo “The Truth About Economy” che hanno avuto luogo la scorsa settimana alla Scuola Normale Superiore di Pisa e a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze.
“Nel lavoro articolato in due tavoli di discussione, prosegue Eliana Minelli, è stato fondamentale il contributo ispiratore di Skillmatch Insubria. Siamo infatti partiti da alcuni punti del Masterplan Insubria 2030, output del Progetto, elaborando proposte atte a favorire una buona occupazione, quali la stesura di un patto territoriale per l’analisi di bisogni e risorse, l’ampliamento dei laboratori di formazione e incontro per favorire un orientamento precoce dei giovani, la costruzione di un patto delle competenze attraverso percorsi di partecipazione e concertazione sia a livello regionale sia locale, coinvolgendo enti locali, sindacati, imprese e mondo scolastico”.
“In Toscana, ha spiegato Gioacchino Garofoli, docente Università degli Studi dell’Insubria, si è parlato di buona occupazione come sfida a tutti i livelli per combattere il dilagare di lavoro povero. Il futuro sarà, infatti, delle imprese di qualità e della loro capacità di interazione con le altre componenti della società, a cominciare dalla ricerca e dalla formazione. Il lavoro di qualità si ottiene con una forte dedizione alla crescita professionale e con la soddisfazione raggiunta dai lavoratori sul loro ruolo nelle imprese: per ottenere questo risultato è importante discuterne nei luoghi di lavoro e nella comunità territoriale perché si utilizzino al meglio saperi e competenze”.
Le proposte elaborate dal gruppo di lavoro durante il workshop sono state poi presentate a Firenze al governatore della Regione Toscana, Eugenio Giani, e questo rappresenta un primo passo concreto per trasferire le azioni suggerite dal progetto Skillmatch Insubria a tutto il territorio nazionale.
I risultati del progetto Skillmatch Insubria per il settore edilizio
L’indagine condotta dalle Università italiane LIUC e Uninsubria e dalla svizzera SUPSI,
ha interessato anche i settori bancario, metalmeccanico, informatico e chimico-farmaceutico.
Milano, 5 aprile 2022 -- Il settore delle costruzioni nel territorio insubrico, analizzato nel progetto di ricerca sul disallineamento delle competenze “Skillmatch Insubria”, sembra situarsi, dal lato delle province italiane, in una posizione intermedia, in cui le trasformazioni in atto, destinate a subire in tempi brevi una accelerazione legata alla pandemia di Covid-19, manifestano una tensione tra una via bassa allo sviluppo, basata essenzialmente sulla competizione di prezzo, e una via alta allo sviluppo che, pur non potendo prescindere dal controllo dei costi e dalla ricerca dell'efficienza di gestione, poggia anche sulla valorizzazione di nuove competenze legate alla innovazione tecnologica dei materiali e dell'impiantistica e alla digitalizzazione dei processi.
Negli ultimi vent'anni, il settore delle costruzioni è stato investito da rilevanti cambiamenti dovuti a dinamiche congiunturali legate alla bolla immobiliare sviluppatasi su scala internazionale nei primi anni del nuovo secolo, alla conseguente recessione del 2008-2009, alla crescente attenzione riservata alla sostenibilità ambientale (e alle novità legislative e tecnologiche che ne sono derivate) e alla sempre maggiore incidenza della digitalizzazione.
Questi cambiamenti hanno trasformato l'edilizia in un sistema complesso, contraddistinto da una progressiva e profonda frammentazione del processo di progettazione e realizzazione degli edifici, che coinvolge tecnici, professionisti e imprese edili di varia natura (dall'impresa artigiana tradizionale all'impresa specializzata in singole o poche fasi esecutive, fino alla grande impresa operante sotto forma di General Contractor, ovvero come gestore dell'esecuzione di un progetto nella sua globalità).
Dall’indagine condotta, risulta che, nel versante italiano, per quanto riguarda le imprese tradizionali, la domanda è fortemente orientata verso le figure degli operai, sia specializzati sia non specializzati. Nelle imprese più innovative, invece, la domanda si concentra su figure in grado di gestire la complessità del processo quali project manager, direttori di cantiere, tecnici B.I.M. (Building Information Modeling) o su profili tecnici specialistici con competenze geologiche, architettoniche/ingegneristiche, relative al marketing e alla gestione degli aspetti legali.
Nel Canton Ticino, nella filiera delle costruzioni, vi è una rilevante richiesta di ingegneri civili: figure difficili da reperire perché il territorio ticinese non risulta attrattivo per chi proviene dal resto della Svizzera. Inoltre, la scarsa conoscenza del tedesco da parte di candidati italiani, rende ancora più difficile trovare e assumere questo tipo di figure.
Si rileva inoltre scarsità di giovani ticinesi per i mestieri presenti nei cantieri e nell’ambito dei lavori di costruzione specializzati. In generale per il personale di cantiere, anche qualificato e di gestione, le maestranze italiane sono di elevata qualità e impiegabili in tempi brevi. Il personale tecnico più specializzato e gli ingegneri provenienti dall’Italia, invece, non sempre possono inserirsi velocemente nel processo di lavoro, poiché se la teoria appresa è la stessa dalle due parti della frontiera, sia le pratiche di costruzione in diversi sottosettori sia le normative sono diverse, oltre a mancare la conoscenza delle lingue nazionali, essenziali se si lavora fuori Cantone.
Sia per gli studi di ingegneria e architettura sia per le aree tecniche e di progettazione delle imprese di costruzione, sono necessarie competenze tecnologiche dettate anche in questo caso dall’adozione sempre più diffusa dei software BIM per il disegno tecnico e la progettazione. Nell’ambito organizzativo, infine, mancano profili intermedi amministrativi che abbiano le necessarie conoscenze riguardo al settore (ad esempio contabili specializzati in edilizia).
E quali sono le strategie che si possono mettere in atto per superare il disallineamento delle competenze? Su entrambi i lati della frontiera, per fare fronte alle nuove sfide della digitalizzazione e della complessità del sistema, si punta sulla formazione a tutti i livelli (apprendistato, formazione professionale superiore e universitaria, formazione continua). In Ticino, per sopperire alla mancanza di residenti interessati a determinate professioni, si fa capo ai frontalieri e a interventi sul piano dell’orientamento professionale. Inoltre, per facilitare il lavoro sui due lati della frontiera, un tavolo di lavoro e di scambio tra gli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti della regione insubrica ha recentemente prodotto un vademecum con le regole per l’esercizio delle professioni di ingegnere e di architetto nella Regio Insubrica (Comunità Regio Insubrica 2020).
I primi risultati del progetto Skillmatch Insubria sul disallineamento delle competenze professionali: focus sul settore metalmeccanico
L’indagine condotta dalle Università italiane LIUC e Uninsubria e dalla svizzera SUPSI,
ha interessato anche i settori bancario, edilizio, informatico e chimico-farmaceutico.
Milano, 22 febbraio 2022 – In Canton Ticino, nelle realtà industriali di maggiori dimensioni, tra quelle che hanno partecipato all’indagine Skillmatch Insubria, in alcuni casi il personale frontaliero arriva anche al 40% dei dipendenti. Questo però non è sufficiente a risolvere lo storico problema della carenza di manodopera qualificata nel settore: le imprese ticinesi segnalano infatti penuria di ingegneri meccanici, elettromeccanici, meccatronici ma anche di tecnici e disegnatori, sia negli uffici tecnici, sia nella produzione.
Dal lato italiano del confine (province di Como, Varese e Lecco), invece, tra le imprese intervistate sono numerose quelle che segnalano di avere lavoratori con un livello di competenze non in linea (a volte inferiore, altre volte superiore) con le loro esigenze in relazione alle mansioni da svolgere (hard skills specifiche di settore) oppure dal punto di vista delle soft skills (capacità di comunicare, empatia, autocontrollo, lavoro di gruppo, problem solving). In Italia, le figure professionali più ricercate dalle imprese intervistate sono in prevalenza operai specializzati e periti meccatronici, meccanici, elettronici e informatici, oltre a collaudatori, manutentori e trasfertisti e, in misura minore, a ingegneri meccanici, elettronici e informatici.
I fattori che concorrono a creare il disallineamento delle competenze sono molteplici. Partendo dall’orientamento scolastico, su entrambi i lati della frontiera manca una strategia che indirizzi efficacemente i giovani verso i profili professionali più richiesti dalle imprese. Di conseguenza sono pochi i candidati ai posti di apprendistato nei diversi comparti della meccanica, anche a causa dell’immagine stereotipata della professione, considerata faticosa, poco gratificante e poco remunerata. A questo va aggiunta una crisi delle discipline STEM che porta relativamente pochi giovani a iscriversi alle facoltà tecniche.
Sono questi alcuni dei principali risultati dell’indagine qualitativa dedicata al comparto metalmeccanico e ad altri quattro settori trainanti (bancario, edilizio, informatico e chimico-farmaceutico) nell’ambito del progetto Interreg Skillmatch Insubria, condotto da un gruppo di oltre trenta ricercatori delle Università LIUC di Castellanza, Uninsubria di Varese e dalla SUPSI di Manno (CH) e che saranno discussi e presentati, nel Corso di un Convegno che si terrà presso l’Università Carlo Cattaneo-Liuc a Castellanza il prossimo 30 maggio.
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Skillmatch Insubria è un progetto di Ricerca-Azione finalizzato ad approfondire il tema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro nella regione insubrica, che si comprende il Canton Ticino in Svizzera e le province italiane di Varese, Como e Lecco. Partner del Progetto sono l’Università Carlo Cattaneo LIUC (capofila), PTSCLAS e l’Università dell’Insubria, sul lato italiano; SUPSI (capofila) e Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport del Cantone Ticino, sul lato ticinese. Il progetto è seguito da un comitato consultivo composto da: Associazione Industrie Ticinesi, Conferenza della Svizzera Italiana per la Formazione Continua degli Adulti, Divisione dell’Economia (Dipartimento delle Finanze e dell’Economia), Sindacato OCST, Sindacato UNIA e Società degli Impiegati del Commercio; ComoNext, Confartigianato, Imprese Varese, DG Formazione e Lavoro Regione Lombardia, Osservatorio Permanente sul Fenomeno del Frontalierato, Unindustria Como e UNIVA.
Ufficio Stampa Skillmatch Insubria c/o
Studio Giorgio Vizioli & Associati Milano
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. c.3355226110, t.0248013658
Enrico Morgante, direttore CFLI, nel panel dei relatori della conferenza “Le prossime sfide del trasporto intermodale nella euroregione adriatico-ionica
1° DICEMBRE, H.9.00-12,30, CONFERENZA ON LINE: LE PROSSIME SFIDE
DEL TRASPORTO INTERMODALE NELLA EUROREGIONE ADRIATICO-IONICA
Enrico Morgante, direttore CFLI, parteciperà a una Tavola Rotonda dedicata
alla formazione e alle competenze nei nuovi scenari internazionali.
Venezia, 23 novembre 2020 -- Avrà luogo il prossimo 1° dicembre, dalle 9.00 alle 12.15, in modalità digitale, la conferenza “Le prossime sfide del trasporto intermodale nella euroregione adriatico-ionica”, nell’ambito del progetto europeo MultiAPPRO Multidisciplinary approach and solutions to development of intermodal transport in region, programma Interreg ADRION.
Nell’ambito dei lavori, assume particolare interesse la Tavola Rotonda che avrà luogo dalle 10,25 alle 12.00 sul tema “Le competenze e la formazione per le nuove sfide della logistica e dell’intermodalità”.
“Si tratta di una tematica di grande importanza, commenta Enrico Morgante, Direttore CFLI - Consorzio Formazione Logistica Intermodale, sia in termini generali sia nel momento storico che stiamo vivendo: formazione continua, aggiornamento e arricchimento delle competenze sono infatti essenziali per governare i processi di cambiamento in corso. E questo è tanto più valido nel settore della logistica, che per sua natura ha un respiro internazionale ed è globalizzato”.
Coordinati da Giulia Smaniotto, esperta in processi logistici presso Logistics Academy, i relatori affronteranno l’argomento in due sessioni, la prima delle quali sarà dedicata a “I prossimi scenari del mercato internazionale e della logistica”. Ne discuteranno Pino Musolino (Commissario straordinario Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale), Emanuele Vender (a,d, DB Cargo Italia) e Giuseppe Bortolussi (a,d, Interporto di Pordenone).
La seconda parte della Tavola Rotonda si concentrerà sul tema “Istruzione e formazione professionale alla prova dei nuovi scenari della logistica” e vi prenderanno parte Enrico Morgante, Fabio Menin (Direttore Programmazione formazione professionale Regione Veneto) e Laert Rropollari (Direttore IPA funds Porto di Vlora, Albania).
“CFLI, aggiunge Enrico Morgante, porterà al dibattito il proprio contributo di esperienza maturata in quasi trent’anni di offerta formativa e consulenziale alle imprese operanti nel comparto della logistica e dei trasporti. Illustrerà inoltre i percorsi formativi in materia di intermodalità, indirizzo logistico e ferroviario, sviluppati nell’ambito del sistema ITS dalla Fondazione Marco Polo Academy".
Per partecipare alla conferenza occorre iscriversi a questo link http://multiapproevent.com/
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