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Martedì, 09 Febbraio 2021 14:45

Skillmatch Insubria all'evento Young Digital

I partner del progetto hanno animato due webinar
su lavoro del futuro e opportunità per i giovani

Milano, 9 febbraio 2021 -- Quale sarà l’impatto dell’attuale crisi sulle prospettive per i giovani? Quali le sfide da affrontare nel nuovo scenario socioeconomico? E quali sono le professioni più ricercate dalle imprese? Le competenze richieste in Ticino solo le stesse o diverse rispetto a quelle ricercate nelle province insubriche italiane?

A questo e ad altri quesiti emersi durante il collegamento online, hanno cercato di dare le risposte i ricercatori del progetto Interreg Skillmatch Insubria, durante i due webinar intitolati “Atelier del Futuro” e “Quali professioni cercano le imprese dell’Insubria”, nell’ambito dell’evento Young Digital organizzato dalla Camera di Commercio di Como-Lecco.

In “Atelier del Futuro” Alfredo Biffi (Professore Università dell’Insubria) e Furio Bednarz (Senior advisor presso la Scuola universitaria professionale Svizzera italiana) hanno articolato la discussione facendo perno su quattro sfide, per costruire una visione desiderabile del futuro e una posizione nel lavoro capace di garantire ai giovani della regione insubrica una vita di qualità.

“Siamo partiti con la sfida dell’imprenditività, ha spiegato Alfredo Biffi, perché è quella che fa leva sulla volontà dell’individuo; è necessario capire se stessi e darsi da fare per costruire in modo creativo il proprio futuro. Per fare questo è anche necessaria una alfabetizzazione al cambiamento, che implica sapersi muovere tra analogico e digitale, tra tecnica e cultura, sapendo leggere i propri talenti e motivazioni, posizionandoli nella realtà e godendo delle trasformazioni come momenti di rigenerazione.”

“Bisogna essere pronti a un nuovo modello di lavoro, ha proseguito Furio Bednarz, in quanto lo Smart Working, che non va confuso con il mero telelavoro, racchiude in sé la sfida del passaggio dal confinamento del lavoro nei perimetri strutturati e rigidi dell’organizzazione alla sua liberazione segnata dalla creatività, dalla capacità di sfruttare a pieno le tecnologie conoscendone le logiche di funzionamento, mettendo in campo l’intelligenza, la capacità relazionale e analitica che le macchine non possono rimpiazzare. È necessario imparare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita, integrando sempre nuove conoscenze e sviluppando nuove competenze attraverso ogni esperienza, sia essa di lavoro, di vita, di gioco e di relazione.”

Nel webinar “Quali professioni cercano le imprese dell’Insubria” si sono presentati alcuni risultati significativi del progetto Skillmatch Insubria, illustrando ai giovani partecipanti all’evento i fabbisogni professionali e formativi delle imprese presenti nelle province di Varese, Como, Lecco e nel Cantone Ticino.

Un primo dato confortante è che, malgrado la crisi COVID19, le imprese continuano ad assumere: nel 2020 nelle province di Como e Lecco si sono registrate rispettivamente 29 mila e 16 mila assunzioni. Durante la crisi quasi un quarto delle aziende ticinesi ha effettuato almeno un’assunzione a tempo indeterminato, mentre il 15% circa ha assunto almeno un lavoratore a tempo determinato.

Come si è potuto osservare, se per le province italiane le professioni più ricercate sono state quelle sanitarie riabilitative, infermieristiche e ostetriche, nel mercato del lavoro ticinese è emersa la richiesta di professionisti del commercio e dei servizi e di figure professionali intellettuali e scientifiche. Al tempo stesso le figure professionali con più alto livello di specializzazione sono anche quelle che le aziende fanno più fatica a trovare, sia sul versante svizzero sia su quello italiano. In quest’ultimo si evidenzia inoltre una carenza di tecnici programmatori e di insegnanti di discipline umanistiche.

“Se è vero che le competenze specialistiche legate alle professioni sono importanti, ha commentato Ornella Larenza (ricercatrice del DEASS e Capo progetto di SkillMatch-Insubria per il Ticino), è altrettanto vero che le aziende ticinesi ritengono importantissime le competenze trasversali, le cosiddette soft-skills vale a dire le capacità di problem-solving, di adattamento, di lavorare in gruppo (ma anche in autonomia) e la flessibilità.”

“Per le province italiane, ha aggiunto Luca Schionato (partner di PTSCLAS), la richiesta di soft skill si accompagna a quella di competenze linguistiche e digitali oltre alla capacità di applicare tecnologie green per l’innovazione dei processi”.

Entrambi i seminari sono stati condotti con una metodologia innovativa che ha coinvolto i partecipanti in “mini-challenge” di approfondimento delle tematiche discusse.
I partner del progetto di ricerca-azione Skillmatch Insubria, in corso dal 2018 e che terminerà alla fine del 2021, proseguiranno le attività di analisi e diffusione, focalizzate principalmente su cinque macro-settori (meccanico, chimico, finanziario, informatico e edilizio), , ritenuti particolarmente strategici per l’economia del territorio, e sulla definizione di un modello previsivo dei fabbisogni professionali per il quinquennio 2021-2025.

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Partner del Progetto sono l’Università Carlo Cattaneo LIUC (capofila), PTSCLAS e l’Università dell’Insubria, sul lato italiano; SUPSI (capofila) e Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport del Cantone Ticino, sul lato ticinese. Il progetto è seguito da un comitato consultivo composto da: Associazione Industrie Ticinesi, Conferenza della Svizzera Italiana per la Formazione Continua degli Adulti, Divisione dell’Economia (Dipartimento delle Finanze e dell’Economia), Sindacato OCST, Sindacato UNIA e Società degli Impiegati del Commercio; ComoNext, Confartigianato, Imprese Varese, DG Formazione e Lavoro Regione Lombardia, Osservatorio Permanente sul Fenomeno del Frontalierato, Unindustria Como e UNIVA.

Ufficio Stampa Skillmatch Insubria c/o
Studio Giorgio Vizioli & Associati corso Vercelli, 9 – 20144 Milano
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. c.3355226110, t.0248013658

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Milano, 2 novembre 2017 – Venerdì 27 ottobre si è tenuto a Milano presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Convegno “Alcol e giovani: Italia e Africa a confronto” nell’ambito della Campagna AlcolOltre – il vero sballo è dire no. All’incontro hanno partecipato medici, psicologi, missionari e persone che hanno portato la loro testimonianza diretta sul tema, da Alcolisti Anonimi a Luciana Marzio servitrice insegnante dei CAT . I relatori hanno evidenziato che l’abuso di alcol abituale e il bere occasionale eccessivo sono in aumento  soprattutto tra le donne e tra i giovani nonostante sia vietata la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche al di sotto dei 18 anni di età.

 “Negli ultimi anni in Italia si sta modificando il modello di consumo del bere giovanile: da mediterraneo, contraddistinto da un uso dell’alcol, soprattutto vino o birra, durante i pasti, come modello di condivisione e dello stare insieme, di una fascia d’età più matura, a nordico con consumo occasionale e smodato, prevalentemente di superalcolici, lontano dai pasti, solitamente in discoteca e pub, di una fascia d’età di giovani e giovanissimi”, ha spiegato Leonardo Dell’Accio, ricercatore del NOA Perini Milano di cui è responsabile Maria Raffaella Rossin, anche lei relatrice del convegno con un suo importante contributo. È inoltre allarmante il fenomeno del binge drinking che comporta l'assunzione di 6 o più bicchierini di bevande alcoliche in una singola occasione e in un breve arco di tempo per raggiungere volontariamente uno stato di ebbrezza che può condurre fino al coma etilico. Le fasce di età coinvolte in questa problematica tendono ad abbassarsi poiché colpiscono non solo i giovani dai 18 ai 24 anni ma anche quelli tra gli 11 e i 17. Questa cattiva abitudine nuoce gravemente alla salute, provocando danni a volte irreparabili al fegato (cirrosi epatica) e al sistema nervoso centrale con compromissione delle facoltà cognitive e della memoria.

In Italia e anche in Africa la rete è opportunità in un mondo globale, ha spiegato p. Giordano Rigamonti, responsabile della Campagna, ma anche pericolo, soprattutto per i giovani mettendo a disposizione i propri contenuti senza tutele e passando messaggi che i genitori e gli educatori non riescono a controllare. Diventa pertanto difficile il dialogo fra le generazioni e la trasmissione equilibrata delle norme e della saggezza di vita acquisita con l’esperienza degli anni. Il bere sregolato  diventa sinonimo di festa, chi non beve è escluso dal gruppo. L’alcol è un facilitatore sociale, è sollievo temporaneo alla sofferenza e genera l’illusione di dimenticare i problemi della vita quotidiana. È importante che i giovani siano a conoscenza dei rischi a cui vanno incontro per poter scegliere.

Nel pomeriggio il vescovo della Diocesi di Manzini in Swaziland, mons. Ponce de Leon, ha confermato che il problema riguarda anche la sua nazione: “Non è qualcosa dalla quale uno può uscire da solo e per questo c’è bisogno veramente di trovare dei mezzi che possano aiutare questi giovani che all’inizio si sentono più liberi, bevendo l’alcol, ma dopo un po’ di tempo si trovano come chiusi in una gabbia dalla quale non riescono a uscire da soli”. Intenso è stato l’intervento di Samuel Wachira, missionario della Consolata del Kenya, ex alcolista che ha affermato: “Fino a un certo punto l’alcol ha preso la penna e ha scritto la mia storia. Ora sono io libero dall'alcol che scrivo la mia storia. Trovate l’orgoglio di dire no grazie, non bevo. Scegliete di vivere”.

I vari contributi da p. Lino Tagliani, a Giovanna Marelli, e Marina Barcella, e la conclusiva tavola rotonda, con Laura Poretti, e Stefania Biagini, coordinate da Emanuela Baio, hanno completato il quadro con proposte alternative. “L’alcol-dipendenza è e deve essere riconosciuta come una vera e propria patologia, è una malattia fisica e psichica”,  ha concluso la senatrice Baio che ha invitato tutti a collaborare con i promotori della Campagna AlcolOltre dell’Associazione Impegnarsi Serve Onlus. www.impegnarsiserve.org

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Per ulteriori informazioni, Ufficio Stampa Convegno Alcol e Giovani c/o Studio Giorgio Vizioli & Associati corso Vercelli 9, 20144 Milano Chiara Dinoia (0248013658), Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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