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Sacar ottiene la Certificazione TŰV “Ok Compost Industrial” per i nuovi contenitori compostabili di varie categorie merceologiche
I nuovi blister in PLA (acido polilattico): per Sacar,
un importante passo avanti verso la completa sostenibilità 5
Meda (MB), 6 dicembre 2022 – Sacar, azienda specializzata nell’allestimento di settori espositivi per ferramenta e componentistica d’arredamento, ha ottenuto la prestigiosa Certificazione “OK Compost Industrial”, rilasciata da TŰV (Technischer Überwachungsverein) Italia, uno tra i più autorevoli Enti europei in tema di sicurezza, qualità e ambiente, per aver realizzato i contenitori della minuteria metallica e di altre categorie merceologiche utilizzando il PLA (acido polilattico), una bioplastica ottenuta dalla trasformazione di zuccheri presenti nel mais e in altri materiali naturali, quindi totalmente compostabili.
Per l’azienda brianzola rappresenta un prestigioso riconoscimento, che le riserva una posizione di assoluta leadership nel proprio settore, anche sotto il profilo della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente.
“Per noi si tratta di una grande soddisfazione e di uno step importante nella storia della nostra realtà” commenta Marco D’Adda, Responsabile Commerciale e Ricerca & Sviluppo Sacar “perché si collega alla nostra scelta etica aziendale di ridurre il più possibile l’utilizzo della plastica. E, poiché siamo i soli a utilizzare blister in materiale compostabile, possiamo orgogliosamente affermare di avere questo vantaggio competitivo rispetto ai nostri concorrenti”.
Il processo per ottenere questo riconoscimento è stato molto impegnativo, in linea con l’autorevolezza dell’Ente che l’ha rilasciato: le pratiche sono iniziate nel 2021 e le procedure sono durate più di un anno, un percorso davvero molto lungo che ha richiesto all’azienda tempo e numerose risorse.
“La Certificazione” spiega Marco D’Adda, “conferma il fatto che tutti i materiali utilizzati per la confezione sono compostabili, inclusi gli scarti di produzione: è stato quindi necessario fornire la documentazione relativa sia alla vaschetta, sia al top sia al ribbon (ossia il nastro per termo-stampante). Si tratta di materiali che sono acquistati da aziende a loro volta certificate, ma TŰV richiede una regolarizzazione in tal senso anche da parte di Sacar”.
Nelle procedure di Certificazione, coordinate da Marco D’Adda, sono state coinvolte numerose figure aziendali, responsabili delle varie funzioni, in base alle rispettive competenze. “Questo riconoscimento” conclude “non è che il più recente passo di un percorso di impegno ecologico partito nel 2010 con la realizzazione della nuova sede interamente concepita in funzione del basso impatto ambientale”.
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SACAR
Presente sul mercato da oltre 50 anni, l’azienda è specializzata nell’allestimento di settori espositivi per ferramenta e componentistica d’arredamento, dedicati a centri self service per bricolage e fai da te. È focalizzata sulla qualità del prodotto e del servizio al cliente, dal momento dell’ordine alla consegna. Con le sue circa 8.000 referenze, collaboratori e partner qualificati, e un portfolio clienti nazionali, è leader nel suo settore di riferimento. La nuova sede di Meda (MB) si sviluppa su oltre 5.000 metri quadrati dotati di impianti energetici a basso impatto ambientale, macchinari d’avanguardia e magazzino elettronico. Uno showroom accogliente con monitor e didattiche fotografiche presenta la gamma completa dei prodotti Sacar. L’attuale focus dell’azienda è rappresentato dall’attenzione per la salvaguardia dell’ambiente, per questo da oltre 15 anni ha ridotto al minimo i consumi energetici, ha dotato l’immobile di pannelli solari, e utilizza ormai il PLA (acido polilattico) per il confezionamento e l’imballaggio della maggior parte dei prodotti di minuteria e ferramenta.
www.sacardue.it
Cava di Trezzano tra i protagonisti del progetto Cascina Merlata, che proietta Milano nel futuro
CAVA DI TREZZANO TRA I PROTAGONISTI DEL PROGETTO
CASCINA MERLATA, CHE PROIETTA MILANO NEL FUTURO
Marco Lavatelli: “Orgogliosi di partecipare a uno dei progetti edilizi più avanzati
d’Italia, che pone Milano al livello delle grandi realtà urbane europee”
Milano, 3 maggio 2021 – Se il Progetto Cascina Merlata costituisce il fiore all’occhiello dell’edilizia milanese proiettata nel futuro, Cava di Trezzano non poteva non essere tra i protagonisti. La Società, leader nei settori del movimento terra, della produzione di sabbia da costruzione e del recupero inerti, partecipa infatti ai lavori di realizzazione di uno dei quartieri più innovativi, in corso di realizzazione a Milano.
I lavori in cui Cava di Trezzano è impegnata prevedono lo scavo di 350 mila metri cubi complessivi di terreno: 250 mila per il sito dove sorgerà il centro commerciale e 100 mila per la realizzazione di edifici residenziali. Gli scavi arriveranno a nove metri di profondità: nella parte più superficiale (tre-quattro metri) il suolo è formato da argille compatte, mentre negli strati sottostanti si trovano sassi e ciottoli, dovuti all’origine paludosa di questi terreni, successivamente adibiti a uso agricolo.
Il materiale scavato, dopo le analisi previste dalla legge per verificare l’eventuale presenza di agenti inquinanti, sarà interamente riutilizzato per operazioni di ripristino ambientale. In particolare, sarà usato per il ripristino del livello del terreno in un’area in precedenza utilizzata per l’acquisizione di materie prime per produrre mattoni.
“Siamo molto orgogliosi, commenta Marco Lavatelli, amministratore delegato di Cava di Trezzano, di partecipare a uno dei progetti edilizi più avanzati della realtà milanese, grazie al quale la nostra città si pone ancora una volta al livello delle grandi metropoli europee. È grazie a commesse come questa che confermiamo e rafforziamo la leadership tecnologica e operativa nel nostro settore di attività”.
Nata negli anni 60, Cava di Trezzano è oggi una delle più importanti realtà della provincia di Milano nei settori produzione di sabbia, movimento terra e demolizioni (con soluzioni integrate per lo smaltimento di terre e rocce da scavo), riciclo di inerti dello smaltimento di rifiuti, da cantiere e non (polo di Limbiate, nord Milano, inaugurato nel 2013 e attuale headquarter del Gruppo).
Assochange presenta i risultati del VII Osservatorio sul Change Management in Italia
Moira Masper: “L’approccio al cambiamento si sta evolvendo soprattutto nelle priorità:
nuovi modi di lavorare, maggiore uso delle tecnologie, diverse modalità di leadership”
Milano 23 dicembre 2020 – “La presentazione dei risultati dell’edizione 2020 dell’Osservatorio sul Change Management in Italia, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, spiega Moira Masper, presidente di Assochange, ha costituito la naturale conclusione di un percorso che si è snodato lungo tutto l’anno e il cui il punto di partenza è stata l'Assemblea dei soci, svoltasi nel mese di febbraio. In quell’occasione, infatti, fu annunciato il tema che sarebbe stato al centro del nostro lavoro di approfondimento nel corso del 2020: la sostenibilità e le connessioni con il Change Management”. L’impatto del Coronavirus ha influito in misura rilevante sui dati raccolti dall’Osservatorio 2020, che sono stati necessariamente suddivisi in due segmenti: quelli acquisiti nei primi due mesi e quelli rilevati da marzo a novembre, per evidenziare l’influenza della pandemia nell’indagine.
“L’Osservatorio 2020, prosegue Moira Masper, ci suggerisce che l’approccio al Change Management si sta evolvendo: accanto ad alcune tendenze confermate si riscontrano infatti evidenti elementi di cambiamento, dovuti anche agli effetti della pandemia, che ha avuto la funzione di acceleratore di processi già avviati. Questo si registra soprattutto nell’identificazione delle priorità: si cercano nuovi modi di lavorare, maggiore utilizzo della tecnologia, diverse modalità di leadership, tutte istanze accomunate dalla necessità di creare vicinanza, empatia e collaborazione. In pratica, riscontriamo la volontà di reagire a una situazione critica”.
Il dato più innovativo rispetto al passato è risultato essere l’atteggiamento dei dipendenti nei confronti dei progetti di cambiamento nelle aziende in cui lavorano. La percentuale di chi ha un atteggiamento positivo rispetto al cambiamento, ritenendolo urgente perché la sua azienda continui a essere competitiva, è infatti risultata globalmente del 59%.
“La maggiore apertura al cambiamento che è stata rilevata a partire dall’inizio della pandemia, spiega Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, dimostra che è stata compresa la necessità di realizzare nuovi modelli organizzativi e strumenti di lavoro. Ora è il management che non deve perdere questa opportunità di valorizzare questa disponibilità, favorendo l’engagement dei propri collaboratori”.
Fondamentale quindi l’importanza dell’organizzazione aziendale: “Impostare un progetto che parta dal coinvolgimento e dalla responsabilità delle persone, commenta Moira Masper, senza creare una struttura che permetta alle persone di contribuire è una strategia destinata a non raggiungere i risultati desiderati. Tra le modalità di coinvolgimento dei dipendenti, ha proseguito Moira Masper, secondo il 62% degli intervistati occorre insistere sull’engagement, per il 49% è importante la sponsorship del top management e per il 43% il favorire una cultura inclusiva e aperta al cambiamento. Al management occorre un nuovo tipo di leadership: aperta al dialogo, orientata all’innovazione, dotata di un progetto preciso e chiaro e con una capacità di visione di lungo periodo”.
“Continua a essere basso, purtroppo, prosegue Mariano Corso, il numero di progetti di Change Management che ottengono oltre l’80% degli obiettivi (8%) anche se quasi la metà (48%) raggiunge tra il 60-70% del target. I principali fattori di successo registrati dall’osservatorio sono: sponsorship del top management (55%), capacità di coinvolgere e motivare i dipendenti (55%) e approccio metodologico (27%), presenza di una cultura inclusiva e aperta al cambiamento (23%). Tra le cause di insuccesso troviamo la carenza di cultura aziendale (25%) seguita, per la prima volta, dal tipo di struttura organizzativa (19%) e dalla scarsa capacità di coinvolgere i dipendenti (16%)”.
Per quanto riguarda la sostenibilità, l’Osservatorio Assochange ha rivelato che il tema è entrato nel cuore strategico solo di una parte delle aziende: anche se l’argomento è stato affrontato dal 90% degli intervistati, solamente il 45% lo considera predominante per l’organizzazione nel suo complesso: per molti, la sostenibilità è un tema di carattere sociale (70%), per altri (62%) attiene all’ambito ambientale, per altri ancora (43%) riguarda gli aspetti finanziari. Solo il 22% collega sostenibilità e Change management, applicando metodologie di gestione del cambiamento ai progetti di sostenibilità. “In definitiva, spiega Moira Masper, molte aziende hanno dato una risposta a breve termine ma non a medio-termine. Come Assochange, suggeriamo di lavorare su entrambi i livelli perché non sono tra loro alternativi ma complementari”. “
“In quest’anno così particolare, conclude Moira Masper, è stato fondamentale il coinvolgimento di tutta l’Associazione: dai membri del direttivo ai soci individuali, dagli sponsor ENEL e Sanofi, al Politecnico di Milano, fino alle molte aziende socie, che non hanno fatto mancare il loro sostegno anche in termini di disponibilità e operatività. Grazie all’impegno comune abbiamo potuto avere keynote speaker di assoluto prestigio e testimonial autorevoli che hanno permesso tra l’altro di dare vita, con la modalità digitale, a un evento del tutto nuovo, dinamico e coinvolgente”.
Assegnato a Nestlé Italia il Premio Assochange 2020
ASSEGNATO A NESTLÉ ITALIA IL PREMIO ASSOCHANGE 2020 (IX EDIZIONE)
Moira Masper, presidente Assochange: “Abbiamo voluto premiare la capacità di integrare
il change management con fattori quali sostenibilità, innovazione, impatto sociale e ambientale”
Milano, 3 dicembre 2020 -- Il Premio Assochange 2020 è stato assegnato a Nestlé Italia. Giunto alla IX edizione, il riconoscimento è stato consegnato in occasione del Convegno di presentazione dei risultati del settimo Osservatorio sul Change Management in Italia, organizzato da Assochange con la collaborazione del Politecnico di Milano.
“È per noi motivo di grande soddisfazione assegnare a Nestlé Italia il Premio Assochange, ha commentato Moira Masper, presidente dell’Associazione, perché si tratta di un’azienda che ha avviato un forte processo di cambiamento a supporto dello sviluppo della nuova strategia del Gruppo, legato a fattori quali sostenibilità, innovazione, impatto sociale e riduzione dell’impronta ambientale; e soprattutto per avere accompagnato questo processo con un programma di attività di Change funzionale e pervasivo, che coinvolge ogni struttura e livello aziendale, creando nuove unità organizzative e nuovi ruoli di integrazione della sostenibilità nei processi aziendali e che considera le persone essenziali e creatrici di senso per la concretizzazione della strategia”.
“Siamo orgogliosi di ricevere il Premio Assochange, ha dichiarato Marco Travaglia, Presidente e AD Nestlé Italia, che ha ritirato il Premio, in quanto importante riconoscimento del nostro impegno ad agire sempre in un’ottica di sostenibilità del business, generando un impatto positivo sulle comunità in cui operiamo e lavorando per ridurre l’impronta ambientale. La sostenibilità rappresenta il cardine della nostra strategia di crescita e, pertanto, è fondamentale che tutti i nostri collaboratori partecipino attivamente a questo modello. In questa prospettiva, ci impegniamo ogni giorno affinché questa missione permei l’intera organizzazione aziendale, grazie alla definizione di obiettivi concreti e misurabili per ogni area di business. Per raggiungere questo scopo abbiamo potenziato la comunicazione interna e la formazione per accrescere la consapevolezza di tutti i nostri collaboratori, di ogni struttura e ruolo. La nostra ambizione è che tutti loro possano promuovere una trasformazione in linea con i valori di Nestlé”.
Istituito nel 2012, il Premio Assochange è stato voluto per premiare iniziative di persone, aziende e istituzioni, finalizzate ad attivare processi di cambiamento riferiti a realtà complesse. In passato è stato assegnato a: Comune di Milano (2012), Ferrovie dello Stato (2013), Dallara (2014), Pirelli (2015), ACEA (2016), ENEL (2017), Gruppo Mondadori (2018), ENI (2019).
Supply Chain Edge Italy, il principale evento dell'anno per il Supply Chain Management
SUPPLY CHAIN EDGE ITALY 2020: IL PRINCIPALE EVENTO
DELL’ANNO PER IL SUPPLY CHAIN MANAGEMENT
Affrontati tutti i temi di maggiore attualità, con il contributo di esperti, professionisti
e keynote speaker internazionali. Le registrazioni disponibili sul web fino al 12 dicembre
Milano, 18 novembre 2020 – Con oltre 80 tra interventi, presentazioni e tavole rotonde tematiche, ha avuto luogo la sesta edizione di “Supply Chain Edge Italy”, Convegno organizzato da CSCMP Italy Roundtable i cui lavori, in virtuale, sono disponibili sulla piattaforma dal 5 novembre, mentre le registrazioni saranno accessibili fino al 12 dicembre, per tutti i partecipanti al Convegno e i membri del CSCMP.
“Grazie all’impegno e alla passione dei nostri associati e alla professionalità dei relatori, ha commentato Igino Colella, presidente CSCMP Italy Roundtable, Supply Chain Edge Italy è divenuto l’appuntamento di riferimento per tutti i professionisti della Logistica; anche quest’anno, abbiamo realizzato un evento superlativo per quanto riguarda i contenuti: i lavori si sono articolati in numerose aree tematiche - Supply Chain Management, Blockchain, Trasporti & Consegne, Magazzini, Security & Safety, Supply Chain Finance, Pianificazione, S&OP, Acquisti, Sostenibilità, Risorse Umane - permettendo di delineare uno scenario completo del nostro settore, sia in termini generali, sia di fronte alla situazione attuale”.
“Gli interventi di importanti keynote speaker internazionali, ha aggiunto Giuseppe Boschi, presidente onorario CSCMP Italy Roundtable, hanno conferito ulteriore valore alla Conferenza, offrendo spunti, stimoli e originali chiavi di lettura, indispensabili per operare con efficienza nel presente e per anticipare con tempestività le tendenze del futuro”.
Nell’occasione sono stati anche consegnati i Premi “CSCMP Italy 2020” a Pietro Gorlier, Chief Operating Officer EMEA Region FCA (“Supply Chain Hall of Fame”), Sara Fiorella, Head of Logistics Vodafone Italia (“Distinguished Service Award”), e Matteo Suman, Sales Operations Senior Manager Safilo (“Emerging Leader Award”).
“I quasi 600 partecipanti hanno decretato il successo di Supply Chain Edge Italy 2020, ha concluso Igino Colella, e la conferenza è stata quasi una prova generale per la prossima European Conference della nostra associazione, che si terrà per la prima volta in Italia, a Milano e in virtuale, il 10 e 11 giugno 2021”.
L’evento è stato organizzato con il patrocinio di Assologistica e GS1, il sostegno dei partner - Kuehne+Nagel, TESISQUARE, ToolsGroup - e il supporto degli sponsor: Accudire, Modula, Vigilanza Group, Nacora, Consulenza e Risorse.
Vinicola San Prospero: vini biologici in un'innovativa e sostenibile "Bag in Box"
VINICOLA SAN PROSPERO PRESENTA I PROPRI VINI BIOLOGICI NELLA INNOVATIVA E SOSTENIBILE CONFEZIONE “BAG IN BOX”
Tutela della qualità del prodotto, dei costi e rispetto per l’ambiente, in un packaging destinato al consumo domestico e al servizio horeca.
Milano, 22 ottobre 2020 -- Montepulciano d’Abruzzo doc, Passerina Igt Marche e Primitivo Igt Puglia, vini biologici e di alta qualità, sono stati presentati da Vinicola San Prospero nell’innovativa versione “bag-in-box” da tre litri. Prodotti di assoluta eccellenza, ideali per il consumo domestico e per il servizio nel settore horeca.
“La scelta del bag in box, spiega Vincenzo Vernocchi, responsabile del progetto, è una sfida importante, che fa leva su tre fattori competitivi: innanzitutto, il costo del packaging, che influisce in misura molto contenuta sul prezzo del prodotto, consentendo di avere un eccezionale rapporto qualità-prezzo; in secondo luogo, la sostenibilità ambientale, in quanto il bag in box è totalmente e agevolmente riciclabile; infine, la conservazione del vino: nel contenitore è presente infatti azoto, gas inerte che impedisce l’ossidazione del vino, che si conserva anche da aperto per un lungo periodo. A tutto questo si aggiungano facilità e sicurezza di trasporto: il bag in box è leggero e non si rompe”.
“La nostra filosofia, aggiunge Gianluca Martelli titolare di Vinicola San Prospero (fondata nel 1965 con sede a Imola e che esporta in 22 paesi), è sempre stata improntata al rispetto della natura e alla tutela dell’ambiente in tutte le fasi dell’attività: dalla coltivazione delle viti fino alle diverse fasi della produzione del vino. Sostenibilità, garanzia di qualità, cura dei dettagli sono i punti fermi in base ai quali operiamo da sempre”.
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